17/01/11

Cartier spopola in Cina e spinge le vendite di Richemont

Cartier spopola in Cina e spinge le vendite di Richemont


di Francesca Gerosa - Milano Finanza

La domanda cinese molto attiva sulla marca di gioielli e orologi Cartier ha spinto le vendite di Richemont. Il gruppo svizzero del lusso ha infatti chiuso il terzo trimestre fiscale con ricavi pari a 2,1 miliardi di euro in rialzo del 33% (1,99 miliardi le attese degli analisti). Il rialzo in valuta locale è stato del 23%, ma si riduce al 19% escludendo Net-a-Porter. Nella sola regione Asia-Pacifico le vendite sono salite del 57% a 772 milioni di euro e gli analisti prevedono che l'area sia sulla buona strada per diventare il primo mercato di Richemont superando così l'Europa grazie a un tasso di crescita annuo del 25%.

Tutte le divisioni hanno mostrato crescite a due cifre. Le vendite di gioielli sono infatti aumentate del 30%, quelle di orologi del 30% e la divisione di scrittura, che comprende il marchio Montblanc, del 19%. Mentre la divisione Altro, che annovera i marchi di lusso Alfred Dunhill e Chloe, ha registrato un incremento delle vendite del 75%.

Nel solo periodo natalizio il gruppo ha inoltre mostrato un aumento delle vendite a 2,12 miliardi di euro rispetto agli 1,56 miliardi dello scorso anno e ai 2 miliardi stimati dagli analisti. "Richemont ha realizzato buoni risultati riflettendo una crescita delle vendite soprattutto a livello retail nell'ultimo trimestre", ha spiegato la società ginevrina titolare di alcuni marchi dell'eccellenza elvetica come Van Cleef & Arpels, Jaeger-LeCoultre e Baume & Mercier.Il gruppo svizzero ha però fatto sapere che sul quarto trimestre peserà il paragone con il trimestre di confronto molto buono e che l'effetto del franco svizzero metterà sotto pressione il gross margin. "Il margine lordo è previsto sia influenzato negativamente da un franco svizzero più forte alla luce della fase produttiva svizzera del gruppo", ha affermato il presidente di Richemont, Johann Rupert.

Ma non è una sorpresa. "Questa è una affermazione tipica di Richemont. Annunciano cifre davvero forti e poi si aspettano il peggio", ha commentato Patrik Schwendimann di ZKB, definendo "impressionanti" i dati del trimestre perché "nonostante le elevate aspettative, i risultati hanno sorpreso ancora di più". Anche secondo Cheuvreux (rating selected list e target a 65 franchi sul titolo) la tradizionale cautela del management di Richemont non ostacola un miglioramento delle stime di Eps della società, di conseguenza "rimaniamo positivi sui solidi fondamentali del gruppo, combinati con un ottimo momentum in termini di Eps".Una cautela sul trimestre finale al 31 marzo che tuttavia per gli analisti di Kepler Capital Markets riduce lo spazio per un rialzo delle attese di utile da parte del mercato. Così alla Borsa di Zurigo l'azione perde il 2,30% e scende a quota 55,30 franchi svizzeri. A piazza Affari anche
Bulgari arretra dell'1,16% a 7,665 euro.

"Nonostante tali risultati facciano pensare a un ottimo andamento della stagione natalizia per tutte le società del lusso, ribadiamo come tali dati abbiano storicamente mostrato una scarsa correlazione con quelli del gruppo
Bulgari, società sulla quale manteniamo la nostra visione molto cauta con un target price a 6,20 euro", sostiene Intermonte.

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