22/03/11

Caro Gemmologo

Caro gemmologo, tu in realtà sei un fisico. O forse un chimico, quando ad esempio inquadri un alone metamittico. E sei ottico quando usi il rifrattometro. Ma in definitiva chi sei? Quando ti siedi al tavolo con i legislatori per dare il tuo parere a riguardo delle norme che regoleranno il commercio dei preziosi (si spera in modo semplice ed applicabile) indossi l’abito del competente e porti orgogliosamente il tuo voluminoso bagaglio tecnico utile dirimere le controversie. Poi in ufficio, al crepuscolo da solo, dopo le ore di lavoro, ti accorgi che la tua identità sbiadisce, evapora nelle mille mansioni che ti riguardano. La gemmologia è infatti una disciplina sfuggente che fa da cerniera tra altre scienze.

Si avvale delle applicazioni pratiche e sperimentali di leggi fisiche, chimiche, mineralogiche. Condivide molte prerogative della geologia. Ma può ottenere i migliori risultati solo attingendo contemporaneamente (ed in modo creativo) da svariati approcci scientifici. In fondo tutte le pietre diventano preziose grazie all’intervento dell’uomo. Sono la natura trasformata dall’uomo che la osserva.

Ecco allora perché eccellenti gemmologi come Richard Hughes e Vincent Pardieu (solo per citarne due dell’Olimpo) nei loro splendidi resoconti* non tralasciano l’uso delle scienze umane e sociali. Guardano anche con l’occhio del geografo, ripercorrono vecchi sentieri di scambio, rilevano miti e superstizioni, rintracciano le comunità nascoste dietro l’uso di uno spinello o del turchese o del rubino. Sono all’occorrenza antropologi, etnologi perché i loro reportage sono redatti esplorando e rivoltando le miniere come un calzino. Si avverte un genuino calpestio di stivali nel fango e il clic delle torce, l’oscurità delle gallerie.

L’invadenza dello sfruttamento minerario è sempre misurato con la compatibilità con le esigenze delle comunità insediate, con l’integrità dell’ecosistema. Si sente l’immortale spirito di Goethe, un po’ letterato, un po’ geologo, molto poeta. Io credo che si senta bisogno di questi lavori che, con contagiosa curiosità, liberamente spaziano tra le linee di confine tra le scienze naturali e quelle umane. Nella completezza ed apparente eterogeneità dei dati tutto poi diventa lineare, necessario e comprensibile. L’occhio parte dalla gemma e vi fa ritorno con tante storie da raccontare. Questa è pura gemmologia.

scritto da Paolo Minieri

15/03/11

Debito pubblico: per ridurlo vendiamo pure l’oro di Bankitalia?

Dopo la patrimoniale, riproposta nelle scorse settimane in ambienti intellettuali vicino al centrosinistra, ecco una nuova idea destinata a far discutere: dismettere l’oro e le scorte di Bankitalia (in tutto circa 110 miliardi di euro) per ridurre una fetta dell’impressionante debito pubblico italiano che a gennaio è aumentato di 36,7 miliardi rispetto al mese precedente, raggiungendo quota 1.879,9 miliardi.La provocazione viene stavolta dalle associazioni dei consumatori (Federconsumatori e Adusbef), secondo cui il nuovo aumento del debito «equivale ad un gravame di 31.331 euro per ognuno dei 60 milioni di abitanti», ossia 4.242 euro l’anno per ogni famiglia, a cui occorrerebbe aggiungere 1.250 euro dovuti ai rincari di servizi bancari, bollette, pedaggi autostradali, Rc Auto, ecc.
Tuttavia, la dismissione delle scorte, oltre a limitare di poco l’enorme debito (in questo caso sarebbe più efficace la patrimoniale), avrebbe un effetto solo sull’immediato, ma non sul lungo periodo: se non si tagliano le spese dello Stato, è difficile poi, una volta ridotto, non far risalire ancora una volta il livello dell’indebitamento. E, quindi, fa bene Mario Draghi a tenersi stretto l’oro di Bankitalia. Con buona pace dei consumatori

Futures dell’oro in calo, paure per il nucleare in Giappone

Futures Pros - I futures sull'oro sono scesi martedì, in calo per la prima volta in tre giorni, poiché i timori sulla crescente emergenza nucleare del Giappone hanno innescato un selloff di azioni e commodities. La divisione Comex del New York Mercantile Exchange, ha scambiato i futures dell’oro con consegna ad aprile a 1.416,25 dollari l’oncia troy, durante la mattinata di scambi europei, con un calo dello 0,58%. Precedentemente è stato toccato il prezzo di 1.407,95 dollari l’oncia troy, il prezzo più basso dall’ 11 marzo.

All'inizio della giornata, il primo ministro giapponese Naoto Kan ha dichiarato l’alto rischio di dispersione di radiazioni dalla centrale di Fukushima Dai-Ichi, in seguito ad una nuova esplosione nello stabilimento colpito, questa volta al reattore numero 4.
L’indice Nikkei 225 è precipitato del 10,1% e ha chiuso al livello basso di due anni, mentre i mercati europei ha registrato grosse perdite dopo l'apertura, spingendo gli investitori a passare al denaro contante per coprire le perdite. L'indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, è aumentato dello 0,53% a 77,01 durante la mattinata di scambi commercio europei.

Una forte domanda di dollari scoraggia la richiesta di materie prime come investimento alternativo e rende più costoso il metallo espresso nella valuta più alta rispetto alle altre valute. Nel frattempo, il fornitore di servizi finanziari globali UBS ha alzato le sue previsioni mensili per l'oro a 1.450 dollari l’oncia troy, rispetto alla precedente stima di 1. 375, basato in gran parte sull'impatto previsto del terremoto giapponese.

USB ha dichiarato in un rapporto che il sisma in Giappone ha aumentato l'incertezza a livello mondiale, risultando in un "terreno fertile per l’aumento dei prezzi dell'oro più nel breve termine". L’argento con consegna a maggio ha perso l’1,76%, scambiato a 35,24 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a maggio è sceso dell’1,49%, scambaito a 4,157 dollari la libbra durante la mattinata di scambi europei.

Diamanti anti-tumore: più efficaci contro le forme resistenti

La resistenza di alcuni tipi di tumori alla chemioterapia potrebbe essere superata grazie all’avvento di una innovativa tecnologia. Ricercatori americani della Northwestern University di Evanston hanno realizzato minuscole particelle di carbonio, ribattezzate “nano-diamanti”, che possono trasportare più efficacemente le molecole all’interno delle cellule malate. Lo studio è pubblicato su Science Translational Medicine. Gli antitumorali possono risultate inefficaci per la capacità che le cellule hanno di espellere le molecole prima che abbiano compiuto la loro azione. Le particelle di carbonio hanno una dimensione di 2-8 nanometri di diametro, tanto minuscola che le cellule hanno difficoltà a respingerle. Nei topi trattati con i nuovi materiali contro il tumore al fegato i ricercatori hanno trovato che a due giorni di distanza dalla terapia i principi attivi erano 10 volte più alti rispetto alle terapie standard. Tra le possibilità supplementari offerte dai nanodiamanti c’è quella delka carica elettrostatica in superficie che permette una migliore distribuzione della sostanza citotossica. I diamanti, infatti, possiedono una carica elettrica che può essere modulata per permettere la diespersione nei fluidi. Inoltre non sono tossici e non sembrano causare infiammazioni. Contrariamente a quello che si può immaginare, essendo di produzione sintetica, i “diamanti anti-tumore” sono a buon mercato e quindi riproducibili su larga scala a costi convenienti.

Nei topi trattati con i nuovi materiali contro il tumore al fegato i ricercatori hanno trovato che a due giorni di distanza dalla terapia i principi attivi erano 10 volte più alti rispetto alle terapie standard. Tra le possibilità supplementari offerte dai nanodiamanti c’è quella delka carica elettrostatica in superficie che permette una migliore distribuzione della sostanza citotossica. I diamanti, infatti, possiedono una carica elettrica che può essere modulata per permettere la diespersione nei fluidi. Inoltre non sono tossici e non sembrano causare infiammazioni. Contrariamente a quello che si può immaginare, essendo di produzione sintetica, i “diamanti anti-tumore” sono a buon mercato e quindi riproducibili su larga scala a costi convenienti.
di co.col (14/03/2011)

THINK PINK: 10.09 CARAT FANCY VIVID PURPLE-PINK DIAMOND SET TO DAZZLE AT CHRISTIE’S MAGNIFICENT JEWELS SALE APRIL 12 IN NEW YORK

New York - Perhaps no greater phenomenon has electrified the global jewelry market in the past year than the skyrocketing prices achieved for large pink diamonds at auction.  In the last 15 months, four pink diamonds have fetched more than US$1 million per carat at auction, with Christie's leading the way with The Vivid Pink, a 5 carat cushion-cut diamond that sold for more than US$2.1 million per carat at Christie's Hong Kong in December 2009 - a record price per carat for any diamond sold at auction. 

Now, Christie's is pleased to announce it will offer a 10.09 Fancy Vivid purplish-pink diamond as the highlight of its April 12 Magnificent Jewels sale in New York. This exceptional diamond, with its highly desirable cushion cut, is estimated at US$12,000,000-15,000,000.

“Collector demand for large colored diamonds has never been stronger, especially where pink diamonds of this size and quality are concerned.  Fewer than 10 percent of all pink diamonds mined weigh more than 0.20 carats, and even fewer exhibit the exceptional color saturation and brilliance of this exceptional gem.  In all my years at Christie’s, I have never seen such vivid color in a stone of this size,” said Rahul Kadakia, Head of Jewelry at Christie's New York.“At Christie’s New York this past December, jewelry collectors competed for a 6.89 carat Fancy Vivid purplish-pink diamond, which ultimately sold for $6.9 million or $1 million per carat.  This larger stone, with its richer, deeper hue of pink and electrifying purple tone is positioned to become one of this season’s top-selling diamonds.”

MARKET UPDATE:  PINK DIAMONDS
In recent years, prices for top-quality colored diamonds have increased rapidly, driven by both collector demand and increasingly limited supply. Pink diamonds of this type gain their highly desirable color as a result of a rare, naturally-occurring slippage of the crystallographic lattice in the stone while it is forming deep within the earth’s crust.  Only a few mines in the world produce pink diamond rough, and of the stones that are cut and polished, only one in about 10 million diamonds will possess a color pure enough to be graded as “Fancy Vivid”. As the market leader in jewelry auctions for 17 years running with a worldwide sales total of $426.4 million in 2010 Christie's has offered for sale some of the world’s greatest and most historic pink diamonds, including The Agra, a 17th century Fancy Light pink Golconda diamond of 32.24 cts sold at Christie’s London in June 1990 for US$6,959,780, and The Rose of Dubai, a Fancy Pink internally-flawless pear-shaped diamond of 25.02 cts sold at Christie’s New York in October 2005 for US$6,008,000.
More recently, per-carat prices for large pink diamonds have surpassed those for colorless diamonds, and now rank as the most expensive of colored diamonds on the auction market. 

Top prices for pink diamonds sold at Christie's include:


The Perfect Pink
A Fancy Intense pink rectangular-cut diamond of 14.23 cts
Christie's Hong Kong – November 29, 2010
US$23,165,968
US$ 1.6 million per carat
World Record Price for any Jewel Sold at Auction in Asia


The Vivid Pink
A Fancy Vivid pink internally-flawless diamond of 5.00 cts, by Graff
Christie’s Hong Kong – 1 December 2009
US$10,776,660
US$ 2.1 million per carat
World Auction Record Price Per Carat For Any Diamond


A Fancy Vivid purple-pink diamond of 6.89 cts
                                                                                             
US$ 1.0 million per carat



The Rose of Dubai Diamond
A Fancy Pink internally-flawless diamond of 25.02 cts

Christie’s New York – October 19,2005

US$ 6,008,000

Expo Luxe 2011 Roma – si sposta a Palazzo Ferrajoli

L’ Expo Luxe- salone del lusso di Roma, con la seconda edizione avrà come location Palazzo Ferrajoli, posto in Piazza Colonna, di fronte a Palazzo Chigi. Al suo interno verranno esposti veri pezzi di prestigio, limited edition, gioielli, tessuti, cibi, liquori, vini, opere d’arte, saranno al centro dell’attenzione per buyer e visitatori. L’evento, organizzato da Ajcom e World & Pleasure magazine, rimarrà aperto dal 15 al 18 settembre 2011, 4 giorni durante i quali i visitatori potranno guardare i vari prodotti esposti, in cui si svolgeranno incontri B2B per accrescere e massimizzare business, il tutto in una cornice di lusso a 360 gradi.

L’origine delle gemme, un valore aggiunto

Indicare la provenienza per gli antichi era una forma di marchio DOC ante litteram. Quando Plinio ci fornì la prima trattazione sistematica delle pietre preziose, queste erano sottoposte ad indagini con metodi poco sofisticati ed empirici. Ecco che gli attributi riferibili alle gemme erano proprio le regioni di provenienza che attestavano insieme la genuinità ed il valore del materiale. E così in epoca a noi più vicina, il grande scienziato islamico Ahmad Ibn Iusuf At-Tifasci sette secoli fa celebrava gli impervi corsi d’acqua del Sarandib, nome arabo dell’attuale Sri-Lanka, perché contenevano i più rari diamanti e zaffiri di bellezza, per l’appunto, garantita dall’origine. Da allora fino ai nostri giorni il nome delle singole miniere d’estrazione s’è mostrato una sorta di marchio di qualità, una precoce forma, elementare ma efficace, di brand.
Al contrario la provenienza geografica non è stata considerata nella moderna gemmologia un elemento decisivo per la diagnosi, dovendosi render conto essenzialmente della determinazione della natura della pietra, se questa sia un genuino prodotto del sottosuolo, se abbia subito trattamenti o se sia invece un manufatto confezionato interamente in laboratorio. Tuttavia in tempi più recenti gli studiosi hanno orientato il timone della ricerca verso l’individuazione delle aree minerarie di origine. Ciò è avvenuto soprattutto per l’impulso decisivo di uno dei padri dello studio delle inclusioni, E. Gubelin. La sua è stata una straordinaria indagine di quelle tracce che nelle pietre di colore potessero aiutarne l’identificazione. Il suo metodo, iniziato a metà del secolo scorso, si è basato sulla meticolosa raccolta di migliaia di campioni, prelevati con più riscontri ed accertamenti, dai luoghi d’estrazione. Questo repertorio ha consentito di tracciare in modo documentato quelle inclusioni e quei fenomeni che caratterizzano le gemme provenienti da una determinata area geografica. Le ricerche di Gubelin hanno rafforzato il prestigio dei certificati emessi dal proprio laboratorio e non è un caso se ancora oggi siano tra i preferiti dalle più prestigiose case d’asta internazionali assieme a quelli rilasciati dal GIA o SSEF, solo per nominarne alcuni. Più di recente si stanno evidenziando sviluppi interessanti che riaffermano l’importanza della determinazione della provenienza ai fini della valutazione delle pietre preziose. I nostri lontani predecessori non erano dunque fuori strada quando associavano qualità ad origine, anche se i loro resoconti non potevano che essere permeati di leggende e superstizioni.
Dal lavoro di E. Gubelin in poi l’origine geografica è ricollegata dunque al valore delle pietre di colore.
È parere comune, per l’inevitabile consolidarsi dell’opinione dei più, che, ad esempio in generale gli smeraldi colombiani di Chivor e Muzo siano più attraenti di quelli brasiliani o che gli zaffiri provenienti dal Kashmir siano sempre i più pregiati. Queste antiche e stratificate graduatorie stilate per origine geografica sono comunque da considerarsi approssimative perché è opportuno tener conto che le gemme veramente notevoli sono una piccola percentuale della copiosa quantità estratta e tagliata: la qualità non è pertanto sempre mera conseguenza dell’origine. Sul mercato di Bangkok, ad esempio, da anni le quotazioni dello zaffiro del Madagascar gareggiano con quelle del celebre Ceylon. Ma quest’ultimo continua ad essere percepito come un simbolo d’eccellenza. Esempi analoghi possono riguardare i rubini africani di Winza rapportati ai birmani di Mogok. In un caso la provenienza geografica ha finito per indicare l’intera varietà, un esempio su tutti: le tormaline elbaiti africane, nella varietà verde-azzurra contenenti un alto tasso di rame sono lecitamente designate come Paraiba, col nome cioè dello stato brasiliano che le ha rese famose. Si devono dunque prima verificare le doti intrinseche della gemma. Se a queste poi il gemmologo riesce ad associare l’esatta provenienza si avrà forse del valore aggiunto.
Ma come si procede, in pratica, nell’identificazione dell’area geografica di origine?
La base imprescindibile del protocollo consiste nel disporre di un campionario di gemme di provenienza certa il più rappresentativo e completo possibile. Può sembrare banale ma, probabilmente questo è uno degli aspetti più critici per una serie di motivi. Il primo è senz’altro la difficoltà oggettiva nel raggiungere i depositi di estrazione, tradizionalmente situati in zone poco accessibili e in regioni che presentano spesso problematiche anche di tipo politico. Giunti in prossimità della miniera si corre poi il rischio concreto di vedersi rifilare materiale sintetico, molto spesso preformato ad arte per simulare grezzi naturali. A tal proposito vale la pena di ricordare quella che tra gli addetti ai lavori è nota come legge di Hughes (da Richard W. Hughes, celebre gemmologo esperto di ricerche sul campo): più si è vicini alla miniera, più è facile che vi vengano offerte pietre sintetiche. La collezione dei campioni di riferimento deve a questo punto essere sottoposta a tutti i test possibili per la costruzione di un database di caratteristiche peculiari. I cristalli vengono fotografati, misurati, analizzati seguendo i protocolli gemmologici standard. Di importanza fondamentale l’analisi microscopica delle caratteristiche interne e l’identificazione delle inclusioni cristalline mediante spettrometria RAMAN. Da ultimo lo studio degli spettri caratteristici in tutte le condizioni possibili, dall’ultravioletto all’infrarosso passando ovviamente per il visibile e i test più avanzati (spettrometria di massa accoppiata induttivamente al plasma, ad ablazione laser, LA-ICP-MS) per la rilevazione degli elementi in traccia. I Dati così raccolti costituiscono una serie di profili con cui confrontare le gemme che verranno poi di volta in volta sottoposte a verifica. Effettivamente al giorno d’oggi la battaglia si combatte con l’utilizzo di strumentazioni avanzatissime che sino a pochi anni fa erano quasi del tutto assenti in un laboratorio gemmologico e il cui utilizzo non è quasi mai alla portata del gemmologo medio. Sembrano definitivamente tramontati i tempi in cui ci si poteva azzardare a dividere in un lotto rubini tailandesi e birmani in base a come questi si accendevano sotto una lampada UV. Anche lo studio delle inclusioni caratteristiche al microscopio sembra veder franare molte storiche certezze, basti pensare alla prova principe che tutti i gemmologi cercavano con ansia in uno smeraldo per poterne attribuire senz’alcun ombra di dubbio la provenienza colombiana: la presenza di inclusioni trifasi (foto).

inclusione trifasica tipica dello smeraldo Colombiano
Oggi sappiamo che tale caratteristica è anche appannaggio degli smeraldi di provenienza cinese (miniera di Davdar) e Afgana (Panjshir). Alla luce di quanto detto si può capire quanto difficile sia il compito che i laboratori devono affrontare.
Tutto qui? No, non si tratta di dare solo del valore materiale. Bisogna fare i conti anche con il valore della responsabilità sociale.
L’identificazione dell’origine geografica può essere uno strumento straordinario per isolare quei paesi che foraggiano conflitti locali, abusi dei diritti umani, atti di terrorismo, sfruttamento indiscriminato delle risorse delle comunità locali per mezzo del commercio di alcune risorse naturali. L’opinione pubblica mondiale, sopratutto nell’ultimo decennio, ha fatto una crescente pressione affinché i temi etici trovino l’attenzione degli addetti ai lavori. Nel 2002 prende il via il processo di Kimberley, un accordo non vincolante tra molti paesi intenzionati a frenare gli illeciti collegati al commercio di diamanti grezzi. Questo dispositivo si regge su elaborate procedure giuridiche ma i presupposti tecnici che ne assicurano l’efficacia si riferiscono al metodo di classificazione dei diamanti grezzi messo a punto nel 1975 per De Beers dal dottor Jeff Harris. Il protocollo si basa sostanzialmente sulla classificazione dei caratteri morfologici dei cristalli, dando luogo di una carta d’identità (footprint) che consente di ricondurre il materiale ad un preciso giacimento diamantifero. Una limitazione non da poco: il sistema trova applicazione solo per lotti di diamanti grezzi. Del tutto diverso è il problema se si volesse tentare l’identificazione dell’origine di un diamante singolo e per di più già tagliato. In questo caso la scienza stessa naviga ancora in alto mare nonostante da anni si stiano facendo sforzi enormi per poter venire a capo della questione.

Vincent Pardieu: “Stabilire la provenienza delle gemme è una sfida complessa che richiede metodo e l’uso di tecniche combinate ed innovative”
Dall’ambiente asettico e freddo del classico laboratorio d’analisi all’inebriante avventura vissuta a diretto contatto della terra. Vincent Pardieu è uno dei gemmologi più esperti a livello mondiale nella ricerca gemmologica “sul campo”, attività che è alla base degli studi per la determinazione dell’origine di un pietra preziosa. Formatosi all’AIGS di Bangkok è poi passato in forze al laboratorio Gubelin per poi approdare due anni fa al GIA Bangkok come “Field Gemology Supervisor” . Pardieu ha coniugato la passione per i viaggi (www.fieldgemology.org, il sito che riporta buona parte dell’imponente serie di spedizioni sui siti di estrazione) con quella per la gemmologia. Lavoro arduo, avventuroso, e non privo di rischi, dalla malaria contratta in Madagascar all’arresto in Mozambico dovuto a malintesi con la polizia locale. Negli ultimi 2 anni di lavoro per il GIA ha raccolto e classificato più di 7000 campioni singoli significativi (più di 200.000 se includiamo quelli in lotti) in Tailandia, Cambogia, Laos, Vietnam, Madagascar, Tanzania, Mozambico, Pakistan e Afghanistan.
Da dove partire? “Un database di riferimento il più completo possibile è il primo requisito indispensabile per una seria ricerca sull’identificazione di provenienza. Raccogliere esemplari nelle aree di estrazione è un elemento cruciale, lo scorso giugno in Pakistan ho assistito all’apertura di nuovi tunnel con l’uso di esplosivo e ho avuto la possibilità di entrare per primo e raccogliere alcuni cristalli, certo, non si è sempre così fortunati e per questo è sempre bene procurarsi i campioni da più minatori, anche per ridurre il rischio, a volte presente, di acquistare sintetici mescolati ai naturali”.
Abbiamo la nostra bella gemma in laboratorio e desideriamo spingerci oltre la semplice constatazione della sua natura, ne vogliamo conoscere l’origine.
Come si fa? “Si effettuano tutti i test necessari e se ne mettono a confronto i risultati con i dati delle pietre di riferimento, tuttavia, in molti casi è veramente difficile stabilire la provenienza di una gemma. Facciamo l’esempio degli zaffiri: Sri-Lanka, Madagascar e Tanzania facevano parte, in tempi antichissimi, di un’unica regione. Gemme che oggi vengono rinvenute a migliaia di chilometri di distanza si formarono a seguito degli stessi eventi geologici e ne condividono le stesse caratteristiche.”
Aree tra loro remote in cui si estraggono materiali con genesi affini. Ma in distretti minerari di ridotte dimensioni le gemme si caratterizzano per fenomeni facilmente riconducibili a quel territorio?
“Prendiamo ad esempio la zona di Mogok, in Myanmar, una delle aree tradizionalmente più ricche al mondo quanto a varietà e qualità del materiale. Ci sono lì attualmente 4 o 5 giacimenti in cui si estraggono zaffiri e sebbene le distanze non siano così rilevanti, si possono comunque notare differenze nelle pietre. In più, alcuni giacimenti sono molto antichi, altri più recenti, quello che viene estratto oggi differisce per alcune caratteristiche da quanto portato alla luce in altre epoche.
Miniera di Mogok - Myanmar. Celebre per i suoi splendidi rubini


Zaffiro del Madagascar con la sua tipica tonalità di colore

Se, ad esempio il laboratorio dispone di un campione di riferimento molto vecchio di provenienza Mogok ci potrebbe essere il rischio di non trovare una corrispondenza con materiale estratto in tempi recenti.”
E per quanto riguarda il Madagascar?

“In quel paese conosco più di 20 giacimenti che producono zaffiri di cui il più importante e conosciuto è quello di Ilakaka ma si tratta di un’area lunga 150 km e larga 100 e non mi viene in mente molta gente che abbia visitato tutti i depositi della zona e possa dire che gli zaffiri estratti condividano le stesse caratteristiche. …”
Sembra che sul mercato le pietre con determinazione dell’origine siano sempre più apprezzate. Per il gemmologo questa è una nuova avventura, una nuova frontiera. Ma forse il suo bagaglio tecnico tradizionale è insufficiente…
“Certamente al giorno d’oggi la tecnologia ci mette a disposizione apparecchiature che consentono di aggiungere nuovi e sempre più concreti elementi per l’identificazione dell’origine, tuttavia il loro utilizzo e l’interpretazione dei dati che ne derivano necessitano spesso di personale altamente qualificato in molti casi dotato di un background scientifico specialistico. In più stiamo parlando di apparecchiature anche molto costose, non ci sono molti laboratori al mondo che possano dotarsene.”
Par di capire che l’utilizzo di queste tecnologie avanzate possa dunque risolvere il problema sull’identificazione certa di provenienza, è così?
“Nonostante tutto non è purtroppo sempre possibile giungere ad una identificazione dell’origine e in taluni casi non può essere rilasciata un’analisi completa di questo parametro, per tutti gli altri la formula è: probabile origine”.

scritto da Alberto Scarani, Paolo Minieri  

Gem Diamonds Profits Rise 43% in 2010

Gem Diamonds reported that net profits rose 43 percent to $36.2 million in 2010 and group revenues increased 9 percent to $266.4 million, driven by higher rough prices achieved in the fourth quarter. “During the year Gem Diamonds benefitted from the continuing recovery in rough and polished diamond prices and from the implementation of its new sales and marketing strategies,” said company chairman Roger Davis. “In the last quarter of the year prices for both Letšeng’s run of mine production and Ellendale’s fancy yellow diamonds achieved record prices.”
The rise in sales was achieved despite a 13 decrease in volumes sold at Gem Diamonds’ flagship Letšeng mine in Lesotho to 88,564 carats. The average price of Letšeng stones rose 40 percent year on year to $2,149 per carat in 2010. The average price in the fourth quarter was $3,291 per carat due to the roll out of Gem Diamonds’ new in-house marketing strategy, rising market prices and the sale of three exceptional white diamonds weighing more than 100 carats each.

Similarly, production sold at the Ellendale mine in Australia fell 48 percent year on year to 163,924 carats while the average price of the diamonds rose 105 percent to $475 per carat. Gem Diamonds reported that rough prices continued to rise in 2011 due to perceived shortages, while polished prices and volumes of trading have also increased.
The company reasoned that rough prices have risen as manufacturing in India has returned to pre-downturn levels; more credit was made available to the cutting centers; demand continued to rise in China and India, and reports indicated strong demand for diamond jewelry during the U.S. Christmas period. “This is already having an impact on rough diamond prices as retailers restock at the beginning of 2011,” the company reported. “Current market reports suggest that polished prices were actually undervalued and are now beginning to benefit from the underlying supply demand dynamic.” Gem Diamonds shares were trading down 5.7 percent at 245 pence in Tuesday morning trade on the London Stock Exchange.

Oro: domanda e offerta nel 2011

I dati emessi dal World Gold Council relativi all’andamento del mercato dell’oro durante il 2010 possono dare la misura di cosa accadrà durante il 2011.
Il dato degli acquisti d’oro effettuati dalle banche centrali sul mercato ufficiale durante il 2010 è di T 87,2. Durante lo scorso anno si è inoltre completata la vendita delle 403 tonnellate del FMI, quindi gli acquisti durante il 2011 saranno svolti interamente sul mercato ufficiale di Londra, il cuore del mercato a pronti dell’oro.
C’è anche un altro elemento da considerare. Mosca ha comprato T 3,4 lo scorso gennaio, continuando il trend di acquisizione che ha caratterizzato la politica della banca centrale russa durante il 2010. Il grosso dell’acquisizione di gennaio sembra provenga da produzione locale. La Cina sembra comportarsi allo stesso modo: acquista la produzione locale, e utilizza un’agenzia intermediaria in modo da poter tenere nascoste le acquisizioni effettuate sul mercato ufficiale. I dati effettivi delle acquisizioni vengono resi pubblici dalla Banca popolare cinese ogni 5 anni (l’ultimo dato è del 2008).
Sappiamo che la Cina durante il 2010 ha prodotto T 340 e ne ha importato più di T 300. Se è quindi vero che la Banca Popolare Cinese compra in incognito sul mercato internazionale, significa che le T 640 totali del 2010 sono state destinate al mercato privato. Secondo le stime di UBS, nei primi due mesi del 2011 sono state acquisite T 200: significa allora che la domanda privata è destinata a salire del 70% durante l’anno in corso rispetto al 2010. Inoltre, se la domanda rimane a questi livelli fino al prossimo dicembre, la domanda privata in Cina per il 2011 si quantifica in un totale di T 1.088.
La domanda di oro fisico da investimento sembra essere destinata a crescere, visto che nessuna delle banche centrali sembra interessata a sollevare i tassi di interesse, e i prezzi dell’energia e del cibo lievitano come conseguenza dei disordini nazionali e e dell’inflazione. Un panorama che renderà gli investimenti in oro ancora più appetibili.
Nel frattempo, la produzione mondiale potrebbe aumentare di T 100 durante il 2011, e l’oro riciclato continuerà ad essere una fonte di prodotto importante. Insieme potrebbero però non bastare per soddisfare una richiesta crescente.

Di Julian Phillips  – BullionVault.it

13/03/11

Argento: l’investimento del decennio

Potrebbe essere l’investimento del decennio a fronte di quotazioni che, già alla fine del 2011, potrebbero arrivare a toccare i 50 dollari l’oncia. Questo è su quanto scommette Eric Sprott, fondatore della società d’investimenti Sprott Asset Management LP, il quale, in accordo con quanto riportato da Mineweb.com, ha posto l’accento sul fatto che a fronte di una domanda di argento crescente l’offerta non risulta invece essere non solo crescente, ma anche elastica per far fronte ai picchi di richieste. Con la conseguenza, per certi versi inesorabile, di un aumento del prezzo del parente meno prezioso dell’oro che, allo stesso modo del metallo giallo, può avvantaggiarsi della congiuntura valutaria sfavorevole per il dollaro ma anche della crescente domanda di metalli preziosi da parte di Paesi come l’India e la Cina. Anzi, secondo Eric Sprott l’argento potrebbe ben presto “eclissare” l’oro proprio riguardo al suo potenziale di rivalutazione nel breve e nel medio termine. L’oro, dopo una corsa che dura undici anni, è sui massimi storici, mentre per l’argento non si può dire la stessa cosa; inoltre, il rapporto tra il prezzo di un’oncia d’oro e quello di un’oncia d’argento è troppo alto.

Secondo Eric Sprott il rapporto tra oro e argento, se quest’ultimo lo consideriamo in tutto e per tutto come moneta di scambio, dovrebbe essere di 16 a 1 e non di 48 a 1. Come mai questa forte differenza allora? Ebbene, secondo Eric Sprott il prezzo dell’argento viene tenuto basso, con manipolazioni, dalle grandi banche in quanto “non vogliono che i metalli preziosi diventino una moneta popolare alternativa al denaro“.

Scritto da filadelfo

08/03/11

Oro e argento macinano record

Oro e argento riprendono a correre sull'onda delle tensioni e delle violenze in Medio Oriente e in Nord Africa. Al secondo fixing di Londra il metallo giallo ha aggiornato i massimi storici salendo a quota 1.437,5 dollari per oncia; a New York durante la seduta la prima posizione dei future ha toccato un picco di 1.445 dollari, per poi ridimensionarsi leggermente. Sempre a Londra l'argento ha messo a segno un balzo superiore al 6% per salire a 36,60 dollari l'oncia, livello mai visto negli ultimi 31 anni.
A surriscaldare le quotazioni dell'oro, ha commentato ieri Robin Bhar, analista al Credit Agricole, hanno contribuito un serie di elementi, soprattutto di marca geopolitica. In queste settimane l'oro (e l'argento) si sta infatti confermando come il bene rifugio per eccellenza alla luce dei timori di una crescita inflattiva, alimentata dai continui rincari del petrolio – i prezzi ieri hanno toccato i massimi da due anni e mezzo trainati dai timori di un'escalation degli scontri in Libia e da un possibile effetto domino in nazioni quali Bahrain o Arabia Saudita –, e dalla difficile situazione economica in alcuni paesi europei, primo tra tutti la Grecia, i cui rating ieri sono stati declassati da Moody's. Pesa inoltre la debolezza del dollaro, che ieri ha ancora perso terreno rispetto all'euro a causa aspettative di una politica monetaria più aggressiva da parte della Banca centrale europea rispetto alla Fed americana.
Ma non è tutto. La domanda di oro, non solo per investimento, continua a essere sostenuta soprattutto in Asia e i prezzi sono al record (nelle rispettive valute) anche in India e in Giappone. E le previsioni parlano di ulteriori rincari. Ieri analisti Jp Morgan, durante una conferenza a Toronto, hanno stimato per quest'anno di un prezzo medio di 1.465 dollari l'oncia. Attese simili anche quelle di AngloGold Ashanti – terzo maggior produttore aurifero mondiale – che prevede per quest'anno quotazioni ben più elevate delle attuali. Alla Hsbc Global Asset Management gettano invece acqua sul fuoco. I prezzi – dicono – sono già molto alti e per il futuro, soprattutto per proteggersi contro eventuali accelerazioni dell'inflazione, potrebbe essere meglio puntare su altro, tipo azioni o altre commodity (magari petrolio) con potenziali di crescita maggiori.
Discorsi simili valgono anche per l'argento, i cui prezzi stanno salendo molto più velocemente di quelli dell'oro, una corsa confermata dal rapporto gold/silver che ieri è sceso sotto i 40 a 1 per la prima volta dal febbraio 1998. Ong Yi Ling, analista alla Phillip Futures di Singapore, appare ottimista sull'adamento delle quotazioni: «Con i prezzi dell'oro che si muovono verso l'alto, l'argento appare ben posizionato per fare di più». Parere simile è quello di William Adam della Basemetal.com che sottolinea la crescente domanda per investimento (per l'argento e per gli altri metalli preziosi). «Penso che i fondamentali del comparto – aggiunge – lascino prevedere ulteriori rincari, anche se non mi soprenderebbe una battuta d'arresto nel breve periodo».
Balduino Ceppetelli - ilsole24ore.com

07/03/11

NEI GIOIELLI DA BAMBINI CADMIO 100 VOLTE OLTRE LIMITI

UNO STUDIO PUBBLICATO DA Environmental Health Perspectives.
New York - Attenzione ai gioielli giocattoli per bambini, che se ingeriti possono contenere una quantita' di cadmio, un metallo pericoloso, anche cento volte superiore a quella massima raccomandata. L'allarme e' lanciato da uno studio pubblicato dalla rivista Environmental Health Perspectives, in cui sono stati analizzati diversi campioni di questi giochi. I ricercatori dell'universita' dell'Ohio hanno esaminato 69 gioielli dal costo inferiore ai 5 dollari, soprattutto collane, importati dalla Cina e etichettati come adatti ai bambini, simulando sia le condizioni all'interno della bocca che quelle dello stomaco per verificare la biodisponibilita' del cadmio.
Dei 34 gioielli giocattoli testati in una soluzione simile alla saliva uno ha rilasciato 2 milligrammi di metallo, 100 volte di piu' dei 18 microgrammi consentiti, mentre altri 8 hanno superato il limite di legge. Per quanto riguarda la biodisponibilita' dello stomaco, simulata con l'immersione in una soluzione di acido cloridrico, due pezzi hanno rilasciato 20 milligrammi di cadmio, cento volte di piu' di quelli consentiti, mentre 14 ne hanno rilasciati 1 milligrammo, mentre il limite e' 0,2. Risultati ancora peggiori hanno avuto anche i test su frammenti dei gioielli giocattoli, che hanno mostrato di rilasciare quantita' fino a 30 volte maggiori di metallo: "La quantita' rilasciata dai campioni peggiori e' estremamente alta - scrivono gli autori - e sicuramente pericolosa per la salute dei bambini" .

03/03/11

Il Salone Mondiale dell’Orologeria e della Gioielleria BASELWORLD 2011

Il Salone Mondiale dell’Orologeria e della Gioielleria BASELWORLD 2011 è già in postazione di partenza. I marchi più importanti dell’industria presenteranno le proprie novità a Basilea dal 24 al 31 marzo 2011. I lavori per la costruzione dei nuovi padiglioni saranno ultimati per BASELWORLD 2013.

Proposta di legge sulle pietre preziose, in Commissione Attività produttive

Il 2 marzo alla Camera la discussione sui progetti in materia di regolamentazione nel settore gemmologico.
È in programma per il 2 marzo in Commissione Attività produttive alla Camera dei deputati la discussione sulla proposta di legge presentata dalla deputata Donella Mattesini (Pd) dal titolo: “Regolamentazione del mercato dei materiali gemmologici e norme per la tutela dei consumatori” (Atto Camera 2274) e contestualmente sulla proposta dell’onorevole Antonio Mazzocchi n. 225 “Regolamentazione del settore dei materiali gemmologici in commercio”, condivisa dalle associazioni territoriali aderenti alla Federazione dettaglianti orafi Confcommercio: auspicata, infatti, dagli associati maggiore chiarezza in materia di materiali gemmologici. Tale proposta fu già presentata nella precedente legislatura e ripresentata il 29 aprile 2008 con il supporto della Federazione e delle istituzioni gemmologiche del settore orafo.

Le proposte hanno l’obiettivo di garantire al consumatore le informazioni necessarie per conoscere le caratteristiche essenziali dei prodotti che acquistano. Se fossero approvate, l’Italia potrebbe vantare un quadro giuridico completo per l’intero comparto.

Secondo il testo presentato alla Camera dalla Mattesini, che sarà discusso mercoledì, dovrà essere chiara la natura delle gemme (naturale, sintetica, artificiale, trattata): “Con questa normativa – ha commentato Donella Mattesini – intendiamo ostacolare la concorrenza sleale di alcuni operatori, italiani e stranieri, che spesso per incompetenza od anche con dolo impiegano terminologie ingannevoli e poco appropriate e sfruttano così l’inevitabile incompetenza del consumatore. In questo nuovo quadro, di garanzie per tutti, possiamo arrivare finalmente a tutelare ed esaltare la professionalità degli operatori”. La proposta prevede anche un elenco nazionale di importatori e produttori di materiali gemmologici e norme in tema di laboratori e certificazioni di qualità, norme in materia di trattamento e responsabilità degli operatori.

La proposta n.225, dall’art. 7 all’art. 12, si occupa specificamente della vendita e le modalità ammesse di comunicazione in merito alle caratteristiche delle gemme, nonché delle dichiarazioni che il venditore deve o può rilasciare all’acquirente e, infine, sui requisiti dei laboratori di certificazione che possano attestare tali qualità.

Ancora l'oro al centro della scena

(Teleborsa) - Roma, 2 mar - Ancora l'oro al centro della scena le cui quotazioni vengono spinte al rialzo da una serie di fattori che insieme stanno contribuendo a portare gli investitori verso i beni-rifugio. Le non placate tensioni geopolitiche, la debolezza del dollaro le pressioni inflazionistiche mettono il turbo al metallo giallo e anche all'argento.

I prezzi future di aprile dell'oro hanno raggiunto un massimo 1.435,3 dollari l'oncia, si tratta del nuovo massimo storico. Corre anche l'argento, salito fino ad un massimo 34,71 dollari l'oncia, il top da un trentennio a questa parte.

25/02/11

Argento: GFMS, l´argento potrebbe salire a 40 dollari nel corso del 2011.

L´argento è destinato a confermarsi ai livelli attuali (33,4 dollari l´oncia), sopra i massimi trentennali, nel corso del 2011. È quanto rilevano gli analisti della società di consulenza GFMS. Nonostante la crescita dell´offerta, che quest´anno è vista in aumento dell´8% a 800 mln di once, la domanda continuerà a spingere al rialzo le quotazioni. Nel 2011 GFMS stima richieste per 885 mln di once. "L´argento potrebbe salire a 35 dollari e quota 40 dollari l´oncia non è impossibile da raggiungere nel 2011". È quanto ha dichiarato Paul Walker, amministratore delegato di GFMS

22/02/11

Diamonds News

RAPAPORT... The Diamond Trading Company (DTC) raised prices by an average 7 percent at the February sight which started on Monday. Sources at the sight indicated that the increase impacted all categories of rough and were in line with expectations. The sight had an estimated value of around $600 million. DTC kept prices relatively stable in January causing premiums on DTC boxes to increase through the month to around an average 10 percent. The company raised prices by 27 percent through 2010 but said it expects the pace of price inflation to slow in 2011.

De Beers spokesperson Lynette Gould confirmed that there have been increases on some boxes which amounted to an average mid-to-high single digit hikes. “These reflect the data DTC has been collecting from the multiple reference sources the company uses to inform its pricing,” she explained.

Prices at rough tenders also rose this month with Petra Diamonds reporting that it saw an increase of between 6 percent and 8 percent at its February tender, while Trans Hex noted that it achieved record prices at its tender of South African production. Manufacturers noted a scarcity of supply which is exerting pressure on prices. “There is an availability issue where supply is not meeting demand,” said an Indian-based manufacturer. “Demand for diamond jewelry has increased in all markets but we are not getting sufficient supply.”

DTC is expected to keep its supply volumes in line with 2010 levels after De Beers projected that production would ramp up to 38 million carats in 2011. De Beers registered output of 33 million carats in 2010 but supplied 38 million carats worth to sightholders.

Gould explained that the difference resulted from excess inventory, consisting of mainly low value goods, that couldn't be sold during the economic crisis in 2009. “That supply was then carried forward to 2010 and, when the market improved, we were able to sell those carats,” she added. “Today, we only have a normal working inventory.”

Updated with comments from De Beers.

Uno sguardo al mercato del diamante

Punto di equilibrio del mercato industriale è la De Beers Consolidated Mines Ltd., che controlla circa il 75% della produzione mondiale di diamanti attraverso due importanti società che ne regolano la stabilità: la Diamond Producers Association e la Central Selling Organization. La prima raggruppa la quasi totalità delle miniere, ed estrae dal sottosuolo solo quanto richiesto annualmente dal mercato. La seconda gradua nelle aste e nell’arco dell’anno la quantità di diamanti grezzi da trasferire alla lavorazione, secondo l’andamento del mercato. E’ per questo che il prezzo dei diamanti non subisce mai flessioni e rimane stabile anche in difficili situazioni economiche, politiche e sociali che possono manifestarsi nel mondo Il diamante di qualità gemmifera e quello di qualità industriale sono immessi nel mercato in differenti canali. Nel primo caso vengono distribuite qualità di diamanti gemmiferi selezionate in particolari vendite dette “sights”, il cui accesso è esclusivamente ad invito. Gli “sightholder” distribuiscono poi la merce e i grezzi ai “tagliatori”, quindi le pietre vengono inviate alle Borse ed ai grossisti.

Oro fisico: la richiesta record di Cina e India

Fino a cinque anni fa gli analisti dei metalli preziosi prevedevano che in Asia con l’aumento del reddito delle famiglia, gli investimenti in oro sarebbero stati sostituiti da prodotti finanziari più complessi. Secondo il report del World Gold Council di ieri, sembra invece che la domanda privata di oro in Cina sia più che raddoppiata negli ultimi cinque anni, se si considera la percentuale dei risparmi lordi delle famiglie. In India, l’acquisto d’oro da parte dei privati duranteil 2010 ha toccato il record storico delle 963 tonnellate.
Non solo le banche centrali, o gli investitori occidentali in cerca di un “porto sicuro”: i dati del 2010 dimostrano che la parte del leone è giocata dalla richiesta privata di Cina e India, le due nazioni più popolate al mondo, e le cui economie crescono in maniera più importante e più veloce.
Così come accadde durante il bull (tutto occidentale) del 1970, il rischio di inflazione e tassi di interesse al minimo invogliano gli investimenti in oro. L’Asia del 2011 vede però un incremento della produttività e della ricchezza delle famiglie, una situazione molto diversa da quella delle economie occidentali di 40 anni fa. La tradizionale predilezione dell’Asia verso l’oro e il crescente potere d’acquisto delle famiglie, suggeriscono però un finale diverso rispetto all’esplosione della bolla dell’inizio degli anni ’80.

La crisi del 2007 è stato il punto di svolta per gli investimenti in oro in occidente. Nel 2010, nonostante la crisi in Grecia abbia spinto gli investitori europei (sopratutto tedeschi) a fare incetta di monete e lingotti, la domanda netta di ETF ha avuto una flessione del 45%, se paragonata ai risultati record del 2009.

Durante il 2010, nonostante il prezzo in dollari sia aumentato del 26%, la domanda globale ha avuto un incremento del 9% in termini di volume, toccando il record dal 1980, quando il prezzo medio all’oncia era di $279 (la media nel 2010 è stata di $1224). Se si considera il volume della domanda di oro fisico, sembrerebbe che il bull dell’oro abbia ancora una lunga strada davanti.

09/02/11

Commodity: la mossa cinese spinge al rialzo i metalli preziosi

Oggi la People's Bank of China ha annunciato un incremento di 25 punti base del tasso di interesse sui depositi bancari (dal 2,75% al 3%) e quello sui prestiti (dal 5,81% al 6,06%). La decisione ha spinto al rialzo metalli preziosi come l´oro e l´argento, che salgono rispettivamente a 1.362 e 29,69 dollari, e penalizzato rame (9.968$) e nichel (28.015$). I primi sono utilizzati come riparo dall´inflazione, i secondi potrebbero risentire di un rallentamento economico. In calo anche le quotazioni del cacao (3.238$/tonnellata), dello zucchero (32,020 centesimi$/libbra) e del caffè (2,4945$/libbra).

Finanzaonline.com - 8.2.11

07/02/11

Via Spiga: «Stessa tecnica di 30 anni fa,

MILANO - Hanno avuto gioco facile i rapinatori «mani di velluto» che sabato mattina alle 9 hanno svuotato completamente la gioielleria Scavia di via della Spiga 9. Il quadrilatero della moda non era ancora presidiato dalle forze dell'ordine, da quelle pattuglie in moto della polizia che battono le vie del lusso per servizi antirapine. Non si sono visti o forse, se c'erano, non si sono accorti di nulla. Non c'era neppure un vigile urbano: gli unici due erano i banditi che indossavano le divise dei «ghisa». Eppure, la storia insegna, che tutti i grandi furti o gli assalti più clamorosi, sono avvenuti prima delle 10. Sul fronte indagini, invece, c'è il massimo riserbo.

Domenica mattina il titolare dell'esclusiva oreficeria, Fulvio Maria Scavia, 60 anni, si è recato in via Fatebenefratelli e si è intrattenuto per circa un'ora con il questore e il capo della squadra Mobile. Verrà ascoltato di nuovo: i detective cercano di raccogliere quel particolare che potrebbe essere sfuggito nell'immediatezza dei fatti e che darebbe ossigeno alle indagini. Anche sul valore dei gioielli rubati non c'è certezza: potrebbero essere 5 milioni di euro, ma anche di più. Denaro naturalmente assicurato. Di certo Fulvio Maria Scavia era già finito nel mirino dei banditi.

Nel 1977, cinque malviventi, armati di fucili a canne mozze e pistole, tentarono di sequestrarlo in corso Indipendenza 1. Lui, insieme con la madre, aveva appena chiuso il negozio di oreficeria di Corso XXII Marzo e, con l'auto, si dirigeva a casa. Ad attenderlo, però, c'erano i banditi. Qualcosa andò storto e l'orefice venne raggiunto da tre proiettili e finì al Policlinico in gravissime condizioni. Nel '95, invece, una coppia araba gli rubò anelli per 350 milioni. Lui elegante, lezioso, con concubina avvenente al seguito. Invece era solo un abile truffatore. Quando Fulvio Maria Scavia, gioielliere in via Fatebenefratelli, se ne accorse, era oramai troppo tardi: il finto sceicco e la sua accompagnatrice erano già fuggiti con il consistente bottino. Per quanto riguarda il colpo di sabato, ci sono due particolari da chiarire sui quali ci sono versioni contrastanti: com'era la foto mostrata dai rapinatori e se l'esplosivo attaccato alle caviglie di un dipendente, fosse davvero dinamite.

03/02/11

L'arte batte le azioni, ma non l'oro.

Il rapporto di Nomisma ha valutato la capacita' dell'arte di comportarsi come bene rifugio, facendo riferimento al 1995-2010: "gli indici di prezzo relativi al mercato internazionale dell'arte e al comparto contemporaneo in Italia evidenziano la loro capacita' di tenuta rispetto all'indice generale dei prezzi", e' scritto nello studio. L'arte, pero', non ha dimostrato di essere difensiva nei periodi di incertezza e instabilita' economica. Ad ogni modo, tra i possibili asset d'investimento, quello in arte sta mostrando buoni risultati in termini di rischio-rendimento: batte quasi sempre quello in azioni, anche se non riesce a sostenere il passo dell'oro. "Da sottolineare, pero', una marcata differenza tra il ritorno ricavabile sul mercato internazionale rispetto a quello italiano, nonche' il divario, rilevato nel nostro Paese, tra l'andamento dei comparti moderno e contemporaneo", e' indicato nello studio. A partire dal 1995, l'investimento in opere d'arte riconosciute scambiate a livello internazionale ha restituito un rendimento medio annuale dell'1,9%. Si tratta di un risultato non elevato se comparato ai tassi di crescita fatti segnare dagli altri asset d'investimento (2,6% della Borsa statunitense e 4,0% del contratto derivato sull'oro quotato sul Comex), ma sicuramente positivo in virtu' della protezione garantita rispetto all'inflazione.
Anche limitando l'analisi dell'ultimo lustro, il mercato internazionale dell'arte ha garantito un ritorno medio annuale positivo (1,1%), a fronte di un'erosione del valore registrata sul mercato dell'arte moderna in Italia (-2,2% all'anno). Il rapporto di Nomisma ricorda che il segmento dell'arte contemporanea e' cresciuto molto velocemente nel periodo 1995-2010, con un tasso di rendimento medio annuale del 3,9% (molto vicino al 4,0% registrato dall'oro), dimostrando, al contempo, di sapere reggere meglio il colpo assestato dalla crisi (+0,3% all'anno a partire dal 2006). "Una protezione di valore assimilabile a quella registrata dall'investimento in nuove abitazioni situate nelle grandi citta' italiane", anche se non rilevabili in corrispondenza del segmento dell'arte moderna, che con un -2,2% all'anno avrebbe solo limitato le perdite rispetto a chi, nello stesso periodo, avesse investito sul listino di Piazza Affari (-6,3%). Ad oggi, un euro investito nominalmente nel 1995 nelle opere degli autori contemporanei del nostro campione risulterebbe pari a 3,21 euro (3,67 euro per l'oro), mentre lo stesso investimento nelle opere degli autori moderni appartenenti al nostro campione avrebbe garantito solo 1,16 euro, seppure con un livello di rischio nettamente inferiore. Riducendo il campo d'osservazione al periodo 2006-2010, un euro investito a inizio periodo ha un ritorno positivo solo dall'allocazione in oro (2,30 euro), in opere d'arte compravendute sul mercato internazionale (1,14 euro), nel segmento contemporaneo italiano (1,04 euro) e, infine, in case situate in una grande area urbana (1,02 euro), ma non nel segmento moderno (0,82 euro) e nel mercato borsistico italiano (0,60 euro) o statunitense (0,98 euro). Nel 2010 Lucio Fontana e' risultato l'artista piu' venduto, seguito da Alighiero Boetti e da Mario Schifano.
Sempre secondo il rapporto di Nomisma nel primo semestre del 2010 c'e' stata ancora una predominanza degli acquisti di opere d'arte in gallerie (51,81%), ma con un incremento della quota intermediata dalle case d'asta (da 33,38 del 2009 a 42,19% del 2010). In tre regioni, ovvero Lombardia, Veneto e Piemonte, e' stato intermediato il 77,13% dell'intero valore degli scambi del primo semestre del 2010. Emi- (RADIOCOR)

Damiani per San Valentino 2011

Un suggerimento romantico e prezioso per festeggiare la festa degli innamorati con un tocco di classe....
                                                                                   
Damiani per San Valentino 2011
Per suggellare il proprio amore con un pegno prezioso, Damiani propone un bellissimo ciondolo a forma di cuore.San Valentino è più prezioso e romantico che mai con questo prezioso collier della collezione Belle Epoque. Un gioiello dal design pulito ed estremamente raffinato, come da consuetudine della griffe, che grazie alla sua forma dal grande potere evocativo diventa una vera e propria dichiarazione d'amore verso la propria compagna di vita. Il prezioso collierino con ciondolo a forma di cuore è in oro bianco con brillanti e rubini e fa parte della prestigiosa collezione Belle Epoque che porta la firma di Damiani.

Prezzo 4.690 euro

28/01/11

Argento, pronto per tornare a brillare


Dopo aver fatto segnare il nuovo massimo da quasi 30 anni in occasione della prima seduta del nuovo anno, l’Argento ha in questo mese di gennaio intrapreso la strada del ritracciamento dopo il rally che ne ha caratterizzato le quotazioni dai minimi di fine agosto. A deprimere i prezzi del prezioso metallo ha indubbiamente contribuito il calo del valore del dollaro nei confronti dell’euro nello stesso periodo. A livello tecnico le prime indicazioni negative per il trend ascendente si erano avute in occasione della seduta del 4 gennaio quando la trendline rialzista di medio periodo era stata messa in forte discussione. Proprio l’apertura del 5 di gennaio aveva portato alla violazione ribassista della trend, tracciata con i minimi crescenti del 10 settembre e del 22 ottobre. Per tutto il mese di gennaio si è dunque assistito ad una fase di debolezza dell’argento che tuttavia ha provato in più occasioni a trovare sostegno nei supporti statici di area 27,9675 dollari l’oncia. Nonostante il cedimento di tale livello, l’attuale quadro grafico non preoccupa ancora. Le quotazioni sono infatti inserite in un canale ribassista, testato a livello di trendline inferiore del canale in occasione della seduta del 25 gennaio. La consistenza dei supporti offerti da detta trend hanno dunque permesso ieri di lasciare in eredità una candela tipicamente rialzista. Partendo da questi presupposti è dunque possibile implementare una strategia long dall’interessante rapporto rischio/rendimento. Ingressi in acquisto a 27,10 dollari, con stop al cedimento di dollari, permette infatti di puntare come primo target a 28,60 dollari e come secondo a 30,50 dollari.

26/01/11

Raw Video: 20th Largest Diamond Ever

Learn how a Diamond is graded based on the 4 C's created by the Gemologi...

GIA Diamond Grading Guide: How to Buy a Diamond

Diamonds Direct Antwerp's Diamond Cutting

Raw Video: 507 Carat Diamond Found in S. Africa

Raw Video: 507 Carat Diamond Found in S. Africa

How Diamonds are Formed - National Geographic

How diamonds are cut

Diamond Cut Tutorial

The Diamond process from the Mine to the Market

Soldi falsi per acquisto di gioielli, due arresti a Milano

(ANSA) - MILANO, 26 GEN - Avevano dato soldi falsi in cambio di gioielli e pietre preziose per un valore complessivo di 110 mila euro.

Per questo la Polizia Locale ha arrestato a Milano due truffatori stranieri - uno slavo di 45 anni e un francese di 30 entrambi residenti in provincia di Milano - subito dopo un tentativo di raggiro ai danni di tre italiani. Il fermo e' avvenuto in via Pergolesi al termine dell'inseguimento dei malviventi che avevano appena rifilato banconote false alle vittime.

25/01/11

BRUTTE ABITUDINI MATRIMONIALI: Alla ex moglie gioielli e abiti firmati non devono mai mancare

Il marito deve garantire alla ex abiti firmati e i gioielli se durante il matrimonio la coppia ha goduto di un elevato tenore di vita. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 1612 del 24 gennaio 2011, ha respinto il ricorso di un industriale di Brescia che era stato condannato a versare alla moglie 7mile e cinquecento euro al mese. L’uomo aveva comprato alla ex cinquantanovenne una casa di lusso, un’auto e contribuiva la mantenimento del figlio non ancora autosufficiente. Lei, casalinga, aveva contribuito alla crescita professionale del compagno senza mai cercarsi un lavoro. Per questo il Tribunale di Brescia e poi la Corte d’Appello avevano fissato un assegno di mantenimento così elevato. Con motivazioni laconiche la Cassazione lo ha confermato. Normalmente in questi casi prevale il principio secondo cui il tenore di vita goduto dai coniugi in costanza di matrimonio dev’essere garantito da chi è obbligato a versare l&rsqu

Autore: Giovanni Falcone

GIA presenta la guida per l'acquisto del diamante alla Fiera Internazionale di Birmingham 2011

La Fiera internazionale di primavera – pianificato per l'esecuzione di Birmingham dal 6 a 10 febbraio 2011 – sta offrendo un programma di seminari su gioielli e pietre preziose, compresi i diamanti. Il giorno di apertura della mostra prenderà il via con una presentazione dal Gemological Institute of America (GIA) sull'acquisto di diamanti. GIA è una delle istituzioni più apprezzate nel settore dei diamanti e la scala per il grading di diamante è diventato lo standard utilizzato nel commercio. Altri seminari comprendono colloqui sulle ultime tendenze della moda, come gioiellieri al dettaglio possono aumentare il traffico del sito Web e come capire il cliente donna.

Napoli, convegno su commercio dei diamanti, etica e mercato

24.01.2011

A partire dalle 9.30 nell’aula T1 del Palazzo del Mediterraneo a Napoli (in via Marina 59) un convegno dal tema: “Commercio di diamanti tra conflitti, etica e mercato”, organizzato dall’Università degli studi di Napoli “L’Orientale” – Dipartimento di Scienze sociali, dal Consorzio Antico Borgo Orefici di Napoli e dalla Federazione Orafa Campana”. Tracciabilità, “diamanti insanguinati” e protocollo di Kimberley: questi i temi affrontati durante l’incontro che vedrà la partecipazione del mondo accademico e degli operatori del settore come i gemmologi Paolo Minieri e Alberto Scarani.

24/01/11

SOTHEBYS - MAGNIFICENT JEWELS AND NOBLE JEWELS


GENEVA
Session 1: Tue, 17 May 11, 10:30 AM
Session 2: Tue, 17 May 11, 2:00 PM
Session 3: Tue, 17 May 11, 7:00 PM


sothebys.com

23/01/11

Tatuaggi gioiello

Agli amanti dei tatuaggi farà sicuramente piacere sapere che grazie al genio creativo del designer giapponese Nobuhiko Akastuka adesso è possibile farsi tatuare dei veri e propri gioielli sul corpo.
I tatuaggi gioiello di Akastuka, che tecnicamente si chiamano “Precious Skin”, in realtà non sono una vera e propria novità in quanto già in Giappone sono in vendita addirittura dal 2006, ma adesso il managing director di Flambeau Luxury Trading, Arnaus Flambeau, ha deciso di esportali anche nei maggiori mercati europei e del mondo. E’ stato addirittura aperto un negozio specializzato in Tattoo preziosi anche nell’affascinante Abu Dabi presso uno degli hotel più spettacolari e lussuosi del mondo, il Burj Al Arab che ha la particolarità di riprodurre nella sua costruzione una vela, dove sono moltissime le donne degli Emirati Arabi che vi si recano per avere un tatuaggio gioiello da sfoggiare soprattutto in occasione di feste e matrimoni.

Lo stesso Flambeau a proposito dei Precious Skin ha detto che “È come un gioiello per il corpo, ma è anche divertente, questi tatuaggi sono come una seconda pelle e molto semplici da applicare. Sono l'ideale per feste, matrimoni e altre occasioni speciali, oppure semplicemente per il piacere personale di esibirli”.



Che differenza c’è con i tatuaggi classici?I Precious Skin si differenziano rispetto ai tatuaggi veri e propri innanzitutto perché l’applicazione è completamente diversa da questi ultimi, infatti i tatuaggi gioiello sono formati da sottilissimi fogli di metallo prezioso (oro e platino) puro al 99.99% e sono facili da applicare senza l’iniezione d’inchiostro sulla pelle. Oltretutto rispetto ai classici tatuaggi sono temporanei, durano all’incirca una settimana e possono essere rimossi facilmente senza danneggiare la pelle.


Applicazione e forme da tatuareL’operazione di applicazione del tatuaggio gioiello è abbastanza veloce, bastano all’incirca dieci minuti, e come per magia la vostra pelle sarà preziosamente decorata e trasformata in un vero e proprio luminoso e brillante gioiello.
Per quanto riguarda le forme da tatuare in qualsivoglia parte del corpo si può largamente spaziare con la fantasia: è disponibile un’ampia gamma di soggetti di varie dimensioni tra cui fiori, animali come farfalle e delfini, disegni astratti e tantissime altri soggetti.

Il costo, nota negativa dei tatuaggi gioielloL’unico neo se possiamo dire è il costo un tantino esagerato che si aggira all’incirca sui 400 euro e può arrivare persino a 6.000 euro per le richieste di tatuaggi particolarmente elaborati e di dimensioni molto estese. La spesa decisamente altina è giustificata dal fatto che per realizzare tali tatuaggi si utilizzano materiali preziosi e costosi come l’oro e il platino. Il tatuaggio prezioso potrebbe essere un’idea originale per un evento mondano particolare o un’occasione davvero speciale.

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Gemological Institute of America - Italia